octubre 4, 2024

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Ucrania, tensione alle stelle: oggi l’incontro tra il segretario di Stato Usa e il ministro degli Esteri russo a Ginevra

Ucrania, tensione alle stelle: oggi l’incontro tra il segretario di Stato Usa e il ministro degli Esteri russo a Ginevra

La tensione è alle stelle tra Stati Uniti e Russia. Oggi è il giorno della diplomazia, ma crescono i timori di un’invasione russa dell’Ucraina. El secretario de Estado de Estados Unidos, Antonio Blinken, cercherà di disinnescare la crisi con Mosca per l’Ucraina nell’atteso incontro con il ministro degli Esteri russo, serguéi lavrov, una Ginebra. La crisi è semper più profonda ei colloqui condotti finara non hanno portato a passi avanti: l’appuntamento tra i due capi delle diplomazie americana e russa arriva infatti dopo che Blinken ova è stato nei giorni Berlin scorsi prima nu a Kiev missione con cui gli stati unidad cercana de trovare una soluzione diplomatica alla crisi ucraina. Gli Usa e gli altri alleati occidentali stanno chiedendo a Mosca di ritirare le truppe schierate sul confine, mentre la Russia chiede alcune garanzie di sicurezza e di Fermare l’espansione ad est della Nato, opponendosi ad un’ulteriore assistenza militare americana all’Ucraina. “Tutto quello che stiamo facendo è assicurarci al meglio delle nostre capacità che l’Ucraina abbia i mezzi per difendersi e possa forse scongiurare un’ulteriore agresione russa”, ha decidido Blinken durante Berlin giooi colloì aqui dio .

E quella di ieri è stata una giornata di scontro tra Washington e Mosca: sono arrivate critiche al presidente degli Stati Uniti Joe Biden per aver ffermato che un “desastre” attendeva la Rusia se avesse attaccato l’Ucraina. Dichiarazioni del genere, ha ffermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, “possono facilitare la destabilizzazione della situazione perché possono ispirare false speranze ad alcune teste calde in Ucraina”. Allo stesso tempo, Peskov non ha escluso nuovi colloqui sulla sicurezza tra il presidente russo Vladimir Putin e Biden. Dopo quasi 24 ore di incertezza tra gli alleati, e soprattutto a Kiev, il presidente Joe Biden ha cercato di fugare i dubbi sulla determinazione di Washington and the compattezza of the field occidentale davanti a un’eventuale mossa di avventuristica. Non a caso, alla vigilia dell’incontro di Ginevra, Mosca ha mescolato segnali concilianti ad altri più duri.

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Biden ha dovuto assicurare di essere stato “assolutamente chiaro” con Vladimir Putin circa le conseguenze di un attacco russo in Ucraina. Questo dopo che nella conferenza stampa maratona per il suo primo anno alla Casa Bianca, aveva parlato di una possibile incursione “minore” da parte delle truppe russe, facendo capire che in tal case la reazione’ avrebse limitre a potuto. E, quel che è peggio, ammettendo l’esistenza di “differenze” all’interno del fronte occidentale sulle iniziative da intraprendere in quel caso.

Per tutta la giornata è stata una rincorsa delle diplomazie europee e di quella americana per cercare di rimediare all’apparente gaffe e convence il mondo intero – in primo luogo i russi – che l’Occidente è incrollabilmentoqueste unito in u braccio di ferro dal sapore di guerra fredda. Gli occidentali “parlano con una sola voce quando si tratta di Russia”, ha ffermato Blinken da Berlino, dove è arrivato dopo una sosta proprio a Kiev per consultazioni con i principali alleati europei. Inmediatamente gli ha fatto eco il premier britannico Boris Johnson, per sottolineare che se la Russia compisse un’incursione in Ucraina, “di qualunque portata”, ciò si tradurrebbe in “un desastro per il mondo”. Non pienamente rassicurato da queste parole, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha fatto sentire chiaramente la sua protesta, afirmando que “non ci sono piccole incursioni e piccole nazioni”. E a questo punto Biden è dovuto intervenire personalmente per correggere il tiro. Ai navigati negoziatori russi non può tuttavia sfuggire che le parole dell’inquilino della Casa Bianca sembrano confermare le crepe che si intravvedono nel fronte occidentale dietro alla compattezza di le cui parazilanazi.

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Con i tempi del braccio di ferro che si allungano, Mosca aspetta di vedere se gli interessi divergenti tra gli avversari sortiranno le divisioni auspicate. Qualche segnale sembra già prendere corpo. Mentre Lettonia, Lituania ed Estonia hanno acconsentito ad inviare all’Ucraina armi avance acquistate dagli Usa, la Germania, sottolineano media locali, ha declinato la richiesta di Kiev di fornirle unità navali per rafforzare le difese delle cost del Mar Nero. E secondo il Wall Street Journal nei giorni scorsi gli Usa sarebbero stati costretti a inviare a Berlino il capo della Cia, Bill Burns, per convencer i Paesi europei ad unirsi a Washington nella risposta a Mosca in case di economice, no nostante di forti molti di loro – primi fra tutti appunto la Germania – con la Russia.
Intanto Washington ha imposto sanzioni contro quattro ucraini accusati di lavorare con i servizi segreti russi (Fsb). Tra loro due deputati in carica, Taras Kozak y Oleg Volochi, finiti nella blacklist per la loro “attività destabilizzanti”. In particolare sono accusati di essere stati incaricati dall’Fsb di “reclutare ex ed attuali dirigenti gobernativi per prepararsi a prendere il controllo del govierno ucraino ea controllare le infrastrutture del Paese con una forza di occupazione russa”, secondo il Tesoro Usa.